BORGO. - Così oggi si chiama un centro abitato di media grandezza e importanza; o, talvolta, una parte della città che si estende fuori della cerchia delle antiche mura. Ma il significato originario del nome pare sia quello di luogo fortificato. La parola è propria dei popoli germanici. I Romani l'avevano adottata, latinizzandola, a designare la torre del sistema difensivo contro i barbari. Nella Germania e nella Francia Settentrionale, dove era meno radicato il concetto e il nome romano di civitas, fu designato come burgus anche il massimo centro murato, cioè la città (v. i nomi di città composti con burg). Bürger e bourgeois si chiamò il cittadino. Ciò che stava fuori e presso le mura era Vorburg, faubourg. Invece nell'Italia medievale, alla civitas, al centro murato che era sede di vescovo, il nome di burgus non toccò mai. Pare anzi che la diffusione di tale parola germanica non vi sia anteriore agli imperatori di casa sassone (sec. X). Da allora la si trova ad indicare due distinti tipi di formazione territoriale:
1. Un aggregato di case nel suburbio o nello spazio tra una più antica e angusta cerchia di mura e una nuova difesa (mura o fossato).
BORGO. - Così oggi si chiama un centro abitato di media grandezza e importanza; o, talvolta, una parte della città che si estende fuori della cerchia delle antiche mura. Ma il significato originario del nome pare sia quello di luogo fortificato. La parola è propria dei popoli germanici. I Romani l'avevano adottata, latinizzandola, a designare la torre del sistema difensivo contro i barbari. Nella Germania e nella Francia Settentrionale, dove era meno radicato il concetto e il nome romano di civitas, fu designato come burgus anche il massimo centro murato, cioè la città (v. i nomi di città composti con burg). Bürger e bourgeois si chiamò il cittadino. Ciò che stava fuori e presso le mura era Vorburg, faubourg. Invece nell'Italia medievale, alla civitas, al centro murato che era sede di vescovo, il nome di burgus non toccò mai. Pare anzi che la diffusione di tale parola germanica non vi sia anteriore agli imperatori di casa sassone (sec. X). Da allora la si trova ad indicare due distinti tipi di formazione territoriale:
1. Un aggregato di case nel suburbio o nello spazio tra una più antica e angusta cerchia di mura e una nuova difesa (mura o fossato).
Carlo Hegel ritenne che nelle città italiane il nome di burgus toccasse originariamente a una parte aperta di esse, mentre il Mazzi pensò che esso fosse dapprima riservato a quella parte del suburbio che era allacciata alla città da qualche opera difensiva. Dal sec. XI troviamo che al suburbio aperto vien dato il nome di subburgus; e solo più tardi gli sarebbe toccato anche quello di burgus, con la partecipazione dei suoi abitanti alle franchigie dei burgenses (v.).
2. Un centro rurale fortificato (anche solo da un fossato, che conservava una funzione giuridica pur quando non aveva efficacia difensiva). L'incastellamento di numerosi gruppi demografici si intensifica nell'Italia settentrionale dopo la minaccia delle invasioni degli Ungheri (sec. X). Mentre però in Germania la parola burg, dal sec. XII, passava ad indicare la rocca feudale, in Italia essa rimase a designare un più vasto aggregato edilizio, e anzi, nel villaggio fortificato, spettò al gruppo delle abitazioni del popolo, in contrapposto al locale castrum o castellum, dimora del signore o dei suoi rappresentanti. Non però si deve ritenere che esso designasse, tecnicamente, anche paesi aperti del contado. Per questi vigeva il nome di vicus, locus, villa o terra; e gli abitanti del burgus fruivano infatti d' una diversa condizione di diritto pubblico rispetto a quelli delle ville.
Si stabilì cioè un ius burgense (Mazzi), i cui caratteri sono in Italia palesi specialmente nell'epoca comunale, ma che ha origine ben più remota. Infatti esso pare riallacciarsi, per il borgo suburbano, alla condizione giuridica degli abitanti del suburbio del municipio romano sul finire dell'impero; condizione inferiore a quella dei cives intramurani, ma superiore a quella degli incolae del territorio rurale. Mentre per i borghi disseminati nella campagna (che, come s'è detto, sono centri cinti da fortificazione), le franchigie di cui godono dipendono dalla condizione fatta, anche durante l'alto Medioevo, ai castellani.
La pace del borgo, come quella del castello, è in origine assicurata dal banno regio. Il burgus può essere sede di mercato; i suoi abitanti vanno esenti da quei tributi, in natura ed opere, che vengono designati come onera rusticana, e gravano la plebe rurale; ma in compenso i burgenses hanno speciali obblighi per la difesa militare e specialmente per la guardia e il restauro delle fortificazioni. Dal sec. XIII in poi, come nelle città, si costituiscono in molti borghi le corporazioni professionali autonome.
Come il diritto generico di incastellare, e quindi di concedere le relative immunità, così la creazione del burgus è un attributo della sovranità dello stato. I comuni delle città italiane lo esercitano legalmente almeno dopo la pace di Costanza, ma in concorrenza coll'impero. Eccezionalmente le città erigono in burgus un territorio o un villaggio senza richiedere la materiale fortificazione di esso, cioè estendono a quelle popolazioni i diritti dei burgenses suburbani (Mazzi). Le franchigie di cui un burgus fruisce possono talvolta essere accresciute da speciali concessioni o da un pratico riconoscimento di autonomia, arrivandosi fino alla parificazione, per i rapporti amministrativi e giurisdizionali, del burgus alla città, e quindi alla liberazione d'ogni vincolo feudale.
Borgo franco. - Da una condizione privilegiata, rispetto agli altri borghi, traggono origine i toponimi di Borgofranco (Borgofranco d'Ivrea, edificato dai Vercellesi nel sec. XIII, contro il marchese del Monferrato; Borgofranco in prov. di Mantova; Borgofranco, ora Suardi, in prov. di Pavia), sebbene più frequenti, e giuridicamente più esatti, siano quelli di Castelfranco e specialmente di Villafranca, attesa la normale assenza di franchigie nelle villae e, per converso, un minimo di immunità che sempre si trova nei burgi. Le città crearono borghi, castelli e ville franche (secoli XII-XIV) per contrastare alla potenza dei grandi feudatarî della campagna, o per guadagnarsi la fedeltà di popolazioni sul confine con città o signorie antagoniste, o, infine, per danneggiare altri mercati.
Sebbene le franchigie di cui godeva avessero una base comune nella regalia del castello e del mercato, il borgo franco d'Italia non assunse mai tutte le funzioni e l'importanza del Freiburg tedesco, né del liber burgus inglese. In Germania essendo burgus tanto il castello feudale quanto la città murata, questa appariva, nei confronti degli altri fortilizî, il Freiburg per eccellenza (donde i nomi di città, in Svizzera, Slesia, Brisgovia e sull'Elba). Nell'Inghilterra medievale, dove pure non s'era cancellato interamente l'ordinamento delle civitates romane, è dal borough (burgus), dotato di ampia autonomia, che si sviluppa la nuova città. Le carte municipali s'iniziano spesso colla dichiarazione: quod sit liber burgus; e nei secoli XIV-XV sono i comuni dei liberi burgi quelli che possono inviare rappresentanti alla Camera.
La genesi del borough inglese e la sua differenziazione dal township (villa) e dal market = town sono state oggetto di diverse interpretazioni, vedendosene la causa nella concessione sovrana di autonomia giurisdizionale, o di personalità giuridica, o nell'incastellamento e relativa "pace del re" o nel mercato di cui il borough è sede. Pare tuttavia prevalere l'opinione del Maitland, che vede il primo nucleo dei privilegi del borough in quelli dei burhs (castelli) edificati in seguito all'invasione danese (sec. IX), e, quindi, nel diritto di fortificazione (v. castello; città; mercato; villa franca).
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